In viaggio verso il Queensland per volere del padre
"Quando sono arrivato in Australia avevo 10 anni e non conoscevo una parola di inglese. Sono diventato timido, non ho aperto bocca per due anni."
Chi parla è Mario Pollicina, 73 anni di origini siciliane.
[B]Arrivato nella Terra dei Canguri nel 1950[/B] per raggiungere il padre, da qui Mario non se ne è più andato.
"Ci si potrebbe scrivere un libro sulla mia vita australiana - dice facendo un gran sorriso. E improvvisamente i suoi occhi si illluminano di quella luce che solo chi ha tanto da raccontare possiede - Cominciamo dall'inizio...
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[B]Lasciata l'Italia[/B] - continua - arrivai prima a Sydney. Quando la vidi pensai che era bellissima. Una cugina di mio padre, italiana, mi ospitò per due giorni a casa sua. [B]Aveva una farm a Liverpool[/B]: ricordo che facemmo una grande festa.
Poi finalmente raggiunsi mio padre, nel [B]Queensland[/B]. Mi mancava tantissimo, erano due anni che non lo vedevo", dice ancora emozionato.
Lì frequentai le scuole, per cinque anni - prosegue Mario - Ricordo che ero molto bravo in aritmetica, me lo dicevano tutti gli insegnanti. [B]Ma non sapevo una parola d'inglese e questo per me era un problema.[/B] Diventai improvvisamente molto timido, non parlavo. Anche perché ricordo che papà non parlava bene l'inglese e vedevo che gli altri lo prendevano in giro. Allora decisi che avrei studiato seriamente quella lingua a me sconosciuta, per poterla parlare bene."
Gli anni passano e Mario comincia a costruirsi il suo futuro in Australia.
"Mia sorella diventò cittadina subito e automaticamente, perché aveva l'età giusta, 4 anni. Io invece, che ero più grande, dovetti sbrigare le pratiche da solo - continua - Tuttavia, [B]poter ottenere un visto per rimanere in Australia non era così difficile come è diventato oggi per tutti questi ragazzi che vogliono emigrare[/B].
Il mio primo impiego fu in un [B]laboratorio di zucchero a Tully [/B]- continua - Avevo 15 anni e guadagnavo 4 sterline a settimana. Subito dopo mio padre decise di trasferirsi a Sydney: prese tutti i suoi soldi e comprò una casa a [B]Petersham[/B]: gli costò 2000 sterline. [B]A Sydney ho lavorato per 5 anni in un laboratorio che faceva metalli[/B], fino a 21 anni. Finito quello, per altri 4 anni, [B]ho consegnato pacchi a domicilio[/B]. Arrivato a 25 anni ho iniziato a [B]lavorare nel campo delle costruzioni[/B] con mio cognato e, infine, a 29 ho ottenuto [B]il mio primo impiego da carpentiere per il governo australiano[/B]. Facevo le strade, i ponti. Un bel lavoro."
"L'incontro con Rosa mi cambiò la vita"
Nel frattempo Mario ha incontrato anche l'amore.
"Rosa. Avevo 24 anni quando la incontrai, lei 14. Fu amore a prima vista. In realtà era una mia cugina di secondo grado originaria del mio stesso paese, Piedimonte Etneo. Venne anche lei in Australia con la mamma, proprio a [B]Sydney[/B]. Siamo scappati per amore.
Poi lei rimase incinta, aveva 15 anni. Decisi di sposarla, ma dovetti andare in Corte per farlo."
Una famiglia, la loro, destinata ad allargarsi sempre più e in poco tempo.
"Dai 15 ai suoi 21 anni, Rosa mi ha reso padre di altri 3 figli. Ho avuto 3 maschi e una femmina da lei.
Dopo Carmelo, nato nel 1965, che prese il nome dei nonno paterno, è arrivato Michele nel 1967, chiamato come mio suocero. E poi Maria, nel 1969, a cui abbiamo dato il nome di mia mamma. Infine John, nel 1972: John, come il grande John Wayne."
"Ho continuato a fare il carpentiere fino all'età di 56 anni. Mia moglie cuciva a casa e tirava su i nostri ragazzi. Oggi abbiamo dieci nipoti, che vanno dai 7 ai 22 anni. La piccolina diventerà qualcuno di importante, ne sono sicuro, è così intelligente.
Il problema è a Natale, con i regali… Io e Rosa non siamo ricchi, viviamo di pensione. Ma abbiamo avuto una vita meravigliosa. Un altro ancora e saranno 50 anni di matrimonio."
Mario Pollicina ha ancora un sogno nel cassetto. [B]Rivedere la sua amata Sicilia ancora una volta[/B].
"Non vado in Italia dal 1950. Non sono mai tornato a casa, [B]l'Australia è diventata la mia casa[/B]. Ma in famiglia parliamo ancora italiano.
Vorrei tornare in Sicilia, rivedere quel paese che ogni tanto mi torna in mente: Fiumefreddo, ci abitavano i miei nonni…"
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